Giovedì 28 Marzo 2024


PICCOLI FIAMMIFERAI

uno spettacolo di Giovanna Facciolo e Mariachiara Raviola liberamente ispirato a "La Piccola Fiammiferaia" di H. C. Andersen


alt .......... con Antonella Migliore (Chiara Sicoli), Marco Montesano (Simone Spirito) e Alessandro Esposito
drammaturgia e regia di Giovanna Facciolo
cura del movimento di Mariachiara Raviola
scene di Massimo Staich
luci di Andrea Abbatangelo
tecnico luci Paco Summonte
tecnico audio Gioacchino Somma




"Quella sera faceva un freddo terribile; stava nevicando e cominciava a fare buio; era la sera dell’ultimo dell’anno, la sera dei grandi festeggiamenti… In mezzo al freddo e all’oscurità una bambina piccola camminava per la strada, senza berretto in testa e con i piedi nudi…"

Così inizia la celebre favola, una favola che parla di povertà, di infanzia e di strada. Di un mondo fuori, ricco e indifferente, e di un mondo dentro, fatto di solitudine, sogni e sentimenti laceranti. E di una nonna in cielo che salva la piccola richiamandola a sé.

Ci siamo chiesti chi sono oggi i piccoli fiammiferai che attraversano le strade delle nostre città, scintillanti di illusioni, quali sono le loro storie e i loro sogni, quali le loro speranze. Abbiamo tentato così di riscrivere una favola contemporanea che, pur dialogando con quella nota, raccontasse di piccoli stranieri protagonisti di nuove migrazioni e di antichi nomadismi. Storie che spesso nascondono anche tristi sfruttamenti. Ecco allora che accanto a Rachid e ad Alì, giovani marocchini lavavetri, appare Sladiza, ragazza-bambina “…rapita da piccola nelle terre di Romania e arrivata in Italia travestita da maschio” e sottomessa alle dure leggi degli zingari.

Il filo sottile su cui corrono sogni, evasioni e amarezze di queste tre giovani vite tesse una trama sempre in bilico tra fiaba e realtà.

L’incontro fondamentale con un gruppo di ragazzini marocchini, a Napoli, in attesa di regolarizzazione ci ha dato la chiave con cui tradurre sogni e umiliazioni di chi, inseguendo un futuro migliore, spesso trova nell’immediatezza del lavoro ai semafori una forma di sopravvivenza. E questa chiave è stata la dolcezza, improvvisa e inaspettata, che contrasta e vince su pregiudizi e stereotipi troppo radicati nella realtà di tutti i giorni. E con la dolcezza dei loro sguardi abbassati e dei sorrisi generosi ci hanno faticosamente messo a parte di passati interrotti da un mare da attraversare, di separazioni che fanno ancora male al cuore, di nostalgie a denti stretti, di speranze.

Storie nella storia che si ripetono uguali nei secoli, storie di povertà e di umiliazioni, di scaltrezze obbligate e dignità ferite. Storie di umani sentimenti: la nostalgia dell’abbraccio di tua madre, un fratello che nasce mentre sei lontano, un nonno che muore e tu non lo sai.

A tutti loro … grazie.

Ringraziamo il Centro interculturale Nanà, la Cooperativa Sociale Dedalus di Napoli, Amar e tutti gli operatori, Karim, Abderrazzak, Icham, Jawad, Mohamed, Abdierahim, Jamal e tutti i ragazzi marocchini senza i quali questo spettacolo non sarebbe stato scritto.

gallery (clicca per lo zoom) .....................................................................................................................................................................................

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